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    Lightblaster, portacellulare da scooter

    La scena è nota, in ogni città d'Italia. Uno scooter sfreccia veloce, il trillo del cellulare costringe il guidatore a spericolate manovre per cambiare corsia, fermarsi e rispondere alla chiamata. Oppure, altra scena, ugualmente consueta: un filo quasi invisibile, attaccato ad un orecchio, pende da un lato del viso dello scooterista, che conversa mentre distrattamente fa la gimcana tra moto, automobili e camion.
    Scene di ordinaria viabilità cittadina, destinate a diventare meno frequenti: questo grazie a un porta-telefono cellulare da scooter a forma di mouse inventato da un gruppo di studenti dell'Istituto tecnico "Cesare Pavese" di Caserta, che tra qualche settimana sarà messo in commercio.
    I primi passi
    "Lightblaster" va applicato sulla fiancata dello scooter con una striscia adesiva o con delle viti: grazie a un sensore comincia a lampeggiare con un anticipo di qualche secondo rispetto al trillo del telefonino, tenuto a debita distanza, o all'arrivo di uno "short message", e consente al guidatore di rispondere senza ricorrere a rischiosi funambolismo."Tutti i ragazzi hanno a che fare con i cellulari - spiega Fabio Mele, 17 anni, uno degli studenti-inventori- volevamo creare qualcosa che unisse salute e sicurezza, davvero utile a tutti". E così un anno fa, all'interno della scuola casertana si formano due squadre, ognuna composta da 15 persone tra ragazzi e ragazze, tutti intorno ai 17 anni, con un unico scopo: partorire un'idea, creare un prodotto. Gli studenti incontrano i responsabili provinciali di IG students (una fondazione controllata dal ministero del Tesoro, nata per mettere in contatto il mondo degli studi con quello del lavoro) e il progetto comincia a prendere forma.
    La Pro 2000 Enterprise diventa realtà
    "Da subito ci abbiamo creduto fino in fondo- racconta Fabio -. Dopo una ricerca di mercato sulle aziende campane che lavorano il silicone, alla fine abbiamo trovato un laboratorio che ci ha fatto uno stampo in resina. Il punto di partenza per arrivare a Lightblaster". Spesa complessiva: 5 milioni e mezzo, tutti raccolti dagli studenti, che alla fine, rimasti in undici, brevettano la loro invenzione e danno vita a una società cooperativa, la Pro 2000 Enterprise.
    Poi, a marzo scorso, il grande salto: in occasione della Fiera nazionale delle imprese in laboratorio di Ferrara, la Fondazione IG Students mette in contatto gli studenti con la Banca delle Idee, che ogni anno valuta le oltre 1500 idee proposte ogni anno dagli studenti che aderiscono al programma formazione. L'idea piace e i ragazzi della Pro2000 Enterprise cedono alla Banca i diritti per la commercializzazione del Lightblaster. In cambio otterranno una percentuale sui proventi derivanti dalla vendita (tra il 5 e il 10 per cento). "Abbiamo dimostrato di poter creare qualcosa da condividere da altri - conclude Fabio, che nel frattempo è diventato amministratore delegato della società - E' stata una prova di amicizia, di grande disponibilità reciproca". E in futuro, cosa farete? "Per ora in testa abbiamo solo gli esami di maturità, l'anno prossimo si vedrà. Abbiamo tante idee...Comunque da grande vorrei fare il manager di una grande azienda".

    Emanuele Coen